Abito a Rimini da qualche mese e, chissà come mai, spesso i miei amici vengono a trovarmi. Forse perchè tutti noi abbiamo lasciato un pezzo di cuore sulla riviera romagnola, associata al ricordo delle vacanze spensierate dell’infanzia, tra bagni in mare, sdraio, ombrellone e l’immancabile gelato. Le passeggiate sulla spiaggia portavano lo sguardo verso sud, verso quel monte che allora sembrava infinitamente lontano e segnava il limite dell’orizzonte. Abbiamo deciso, in età ormai parecchio adulta, che era giunto il momento di raggiungerlo, quell’orizzonte. A piedi, come ogni cammino iniziatico che si rispetti. Il promontorio misterioso, ci dice il web, è il Parco Naturale del Monte San Bartolo, ed è percorribile con un trekking di circa 20 km sul sentiero CAI 151.
Raccolta la sfida, noi ex ragazze dai 46 ai 73 anni indossiamo zainetti e scarponcini, ci ritroviamo alla stazione FS di Rimini e prendiamo il treno fino a Pesaro. Poco distante inizia il percorso, su strade secondarie e sentieri sterrati, che sale tra boschi di pini marittimi e campi fioriti, con vista sui colli dell’entroterra. L’aria tiepida, la sensazione di pace e serenità lascia presto il posto allo stupore. Gli scorci mozzafiato sul mare selvaggio, la bellezza dei piccoli antichi borghi sospesi nel tempo, le spiagge segrete e i porticcioli nascosti appaiono tra i tracciati immersi nel profumo delle ginestre. Facciamo sosta per il pranzo a Fiorenzuola di Focara, addentiamo i panini sul prato a ridosso delle mura medievali: la magia del luogo e il panorama incredibile ci ripagano ampiamente della fatica spesa.
Proseguendo verso la nostra meta, il senso di straniamento è totale: camminiamo sul bordo di un tappeto d’erba a picco sul mare, che tanto ricorda i paesaggi d’Irlanda, pecore comprese, ma volgendo lo sguardo verso nord ritroviamo la distesa così familiare di infinite spiagge sabbiose contornate da hotel.
Gabicce Monte è l’ultima tappa del nostro trekking nel Parco Naturale del Monte San Bartolo. Una meritata fetta di torta ai tavolini del bar dell’ultimo belvedere, poi ci aspetta la stazione di Cattolica e il treno del ritorno verso Rimini. Stanche e appagate, abbiamo ancora le forze per il dibattimento finale: cena di pesce? Sì, approvata all’unanimità, ma… passatelli o strozzapreti? Questo è il dilemma.